venerdì 8 gennaio 2010

Lo schiavismo è colpa...degli schiavi

Rosarno. Alcuni lavoratori immigrati vengono presi a colpi di pistola ad aria compressa e stanchi delle continue vessazioni danno anima ad una rivolta.

Contestualizzazione: Il fatto avviene nella provincia di Reggio Calabria, gli immigrati in questione si spezzano la schiena nelle campagne per poche lire, sfruttati dalle mafie locali e vittime del razzismo figlio dell'ignoranza e della convenienza, come, per quanto non se ne parli, avviene in tutta Italia.

Reazioni: E' una la reazione che fa un attimo soffermare chi ascolta il telegiornale a pranzo, il sig. Roberto Maroni approfitta della situazione per soffermarsi sul fatto che ci vogliono leggi più severe contro gli immigrati "perchè in tutti questi anni è stata tollerata, senza fare nulla di efficace, un'immigrazione clandestina che ha alimentato da una parte la criminalità e dall'altra ha generato situazione di forte degrado". Cos'è che mi prende alla sprovvista? Nella continuazione del suo discorso, che nessuna testata a riportato per intero sul web (chissà perchè...) Maroni lascia intendere che le condizioni nelle quali vivono quei lavoratori stagionali e la situazione di schiavitù che si è creata intorno a loro è colpa dell'immigrazione, quindi degli schiavi, e non degli italiani che hanno approfittato per fare soldi sulle spalle di questi poveri disgraziati. Quindi è colpa degli immigrati se i mafiosi consci del fatto che queste persone, che scappano da Paesi fortemente poveri o, addirittura, in guerra, non hanno più nulla da perdere ne approfittano schiavizzandoli.
Io aggiungerei che è anche colpa loro se sono venuti a cercare un futuro migliore in un Paese come il nostro, dove la gente è tanto ignorante da lasciarsi andare a episodi di razzismo e intolleranza appoggiati anche dalle persone in carica al Governo, dovevano scegliere un Paese migliore. Con gente meno opportunista e politici un pò più riflessivi. Anzi, se c'è qualche immigrato qui che legge e per casodovesse trovare un Paese del genere, mi mandi una mail. Che da qui vogliono scappare anche gli italiani.

mercoledì 6 gennaio 2010

Quello che si dice

Il più delle volte, quando sei una persona che ha necessità di dire quello che pensi e commentare i fatti, devi ovviamente affrontare le conseguenze di quello che hai detto o scritto. E' normale e fa parte del gioco. Bisogna però tenere presente che, per quanto una persona sia abituata alle critiche e le accetti, c'è modo e modo di farle e anche di reagire.

Bisogna tenere conto innanzi tutto che nel momento in cui si sta rendendo pubblico uno scritto o una notizia, esistono degli errori che si considerano assolutamente imperdonabili. Io stessa nel fare un errore del genere mi taglierei le dita che uso per scrivere (ebbene sì, per fortuna non uso tutte e dieci le dita!). Non si tratta di errori di battitura o cavolate del genere, ma vere e proprie inadempienze della professione dello scrivere. La cosa peggiore che può succedere è la faziosità della notizia, cioè quando non si ha nè una notizia pulita e al di sopra delle parti nè un definito commento a tale notizia, ma si ha un fatto che è stato spogliato della verità dell'accaduto ed è stato modificato per accomodare un'ideologia, quella del potente che influenza per esempio una testata giornalistica. Per quanto grave sia questo errore, è anche il più diffuso in Italia in questo momento, così diffuso da non avere più la sicurezza di conoscere la verità dei fatti. Ogni testata infatti ha una sua versione, nel complesso abbiamo solo una confusione di faziosi racconti.

Analizzando l'informazione per un certo periodo di tempo, un mese per esempio, avremo un fenomeno di notizie a scaglioni. Una settimana dedicata alle violenze sessuali, una ai crimini commessi dagli stranieri, una ai cani randagi che mordono i viandanti e una agli assassini di famiglie. Questi scaglioni sono poi seguiti da interminabili discussioni politiche sul come le ragazze istighino le violenze da parte di bravi ragazzi di buona famiglia, su come gli immigrati sia sempre lì a commettere crimini contro gli onesti cittadini italiani, su come i cani impazziscano e mordano senza motivo persone che passano per caso e sul caldo che forse da in testa alle persone che cominciano a uccidere a vanvera... Di tutti questi fatti non saprete mai più di ciò che qualcuno ha voluto voi sapeste, chiunque questo qualcuno sia.

Gli altri errori sono assolutamente marginali rispetto a questo grande pastrocchio che è ormai l'informazione, avremo comunque situazioni in cui alcune notizie sono dette da persone che non si sono neanche prese la briga di fare una minima ricerca su quello che stanno per dire e finiscono per parlare a caso e dire solo una marea di minchiate.

Poi ci sono le persone come me che se ascoltano una notizia è perchè sono andati a cercarsela, incuriositi da qualcosa e comunque perchè sapere ti rende meno vulnerabile di fronte a persone che pensano di poterti fare le scarpe ( e ultimamente ce ne sono tante). Le persone come me, una volta informate, non tengono mi la bocca chiusa e ficcano il naso dove, altri direbbero, non gli compete. E non gli compete perchè finiscono per dare una soluzione a certe cose che è forse la più ovvia, ma per alcuni non è la più conveniente. Così, una volta commentata qualcosa, partono le critiche contro il proprio commento e lì succede l'inverosimile.

Perchè, oltre all'informato che commenta, c'è quello che commenta per partito preso. Quello che non contestualizza mai il suo commento nel fatto, ma ragiona per steriotipi. Ti parlerà di comunisti che mangiano i bambini, di immigrati che sono ladri a prescindere e tante altre storielle che hanno sentito dire in giro e che non hanno mai preso la briga di controllare perchè tanto davano le risposte di cui avevano bisogno. Queste persone poi usano dei paroloni per impreziosire i loro insulti e a te che sei là a leggere cala un enorme sconforto.

L'elenco di tutte le cose che mi sono state dette da quando scrivo è infinito, ho accettato critiche costruttive e poi ho raccolto altre che avevano poco a che fare anche con la critica in sè, i complimenti mi han fatto piacere e alcune parole idiote mi sono rimaste impresse. Una soprattutto mi fa bollire il sangue nelle vene quando la sento pronunciare, divento una specie di mostro delle paludi con gli occhi iniettati di sangue, mi si stringe lo stomaco! L'idiota che si sente nel torto ti chiama buonista e lì mi partono le tonsille dalla rabbia.

Non sto qui a sottolineare il significato della parola, a casa avete tutti un vocabolario, usatelo ogni tanto che fa bene, ma sappiate che a chimarvi buonisti sarà sempre quello che effettivamente non sa che cazzo dirvi ma una cosa ve la deve dire. Io a queste persone spesso dico che dietro il commento "buonista" si nascondono i criminali, che vedono nell'ovvietà del buono e del giusto qualcosa che non gli compete. Eh sì, il buono è ovvio. E noi siamo tutti dei gran cretini..